Domenica De Pinto
SMENTITA
l mio nome è Domenica De Pinto, e mi trovo nella necessità imperiosa di interrompere la mia vita quotidiana per smentire recenti informazioni che sono circolate nei mezzi di comunicazione sia nel sud della Florida, Stati Uniti, che in Venezuela. Mi dispiace moltissimo che, prima di pubblicare queste informazioni, alcuni giornalisti e mezzi di comunicazione non abbiano indagato correttamente prima di diffondere dati falsi e imprecisi che hanno danneggiato la mia reputazione e mi hanno esposto alla gogna mediatica.
Voglio sottolineare che la storia della mia famiglia in Venezuela risale a più di sei decenni fa, quando mio padre, Miguel De Pinto Verni, arrivò a Maracaibo dall’Italia e, con impegno e dedizione, costruì uno dei gruppi imprenditoriali più importanti della regione. Nel corso degli anni, le sue imprese, tra cui spiccano l’Hotel Maruma e il Palacio de los Eventos, hanno generato lavoro e opportunità per molti. Mio padre è deceduto a febbraio di quest’anno, lasciando un’eredità di lavoro e amore per la famiglia.
È vero che, da diversi mesi, la nostra famiglia sta affrontando una significativa disputa commerciale nei tribunali degli Stati Uniti, dove ci siamo visti costretti a presentare una denuncia per crimine organizzato e frode – tra altre gravi infrazioni – contro attori privati venezuelani. Allo stesso modo, in Venezuela, abbiamo presentato una denuncia penale presso il Ministero Pubblico affinché vengano indagate le azioni irregolari che colpiscono i nostri interessi in una importante azienda alimentare del paese.
Tuttavia, abbiamo riscontrato procedimenti giudiziari di dubbia correttezza in Venezuela e, di conseguenza, siamo stati vittime di gravi violazioni dei nostri diritti, affrontando quella che sembra essere una collusione da parte di operatori della giustizia, che potrebbero aver agito in linea con i desideri dei cospiratori.
Nel contesto dei fatti segnalati, mi trovo di fronte a un’ingiusta e illegale persecuzione giudiziaria nei miei confronti, in cui si starebbe tentando di utilizzare illegalmente l’Interpol e gli organi del sistema giudiziario venezuelano.
In risposta alla pubblicazione di informazioni false nei mezzi di comunicazione, portali e social network, riguardanti la mia presunta detenzione e altri aspetti sulla mia persona, desidero chiarire quattro punti sulle menzogne diffuse su di me:
- Non sono stata detenuta né arrestata a Bogotá né in nessun altro luogo. Mentre queste false informazioni circolavano, io mi trovavo a lavorare, nel mio orario lavorativo, in un’occupazione che gode dell’apprezzamento e del riconoscimento della comunità negli Stati Uniti, dove risiedo dal 2018.
- Non sono né sono stata funzionaria di Petróleos de Venezuela (PDVSA) né di nessun’altra azienda pubblica in Venezuela. Invito i giornalisti a cercare informazioni nei registri pertinenti.
- La mia partecipazione come supplente del presidente in Gavenplast è stata puramente simbolica, come in qualsiasi azienda familiare. Nel mio ruolo di supplente, non ho partecipato né firmato alcuna negoziazione commerciale, bancaria o di altra natura in rappresentanza dell’azienda, e non ricopro quel né alcun altro incarico nell’azienda dal 2018. Quello stesso anno, ho venduto le mie azioni di partecipazione minoritaria.
- Sono stata recentemente informata da mio fratello Francisco che Gavenplast ha un debito bancario con BANCOEX derivante da un credito, per il quale è in corso un processo tra l’azienda e la banca per la ristrutturazione del finanziamento ricevuto, il cui pagamento iniziale è in fase di elaborazione.
In considerazione di tutti questi fatti, ringrazio per la rettifica delle informazioni assolutamente false che sono state pubblicate sui vostri mezzi di comunicazione, sui social e in qualsiasi altro canale di distribuzione in cui questa azione di disinformazione sia circolata.
Doménica De Pinto Chimienti